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Pubblichiamo l’articolo apparso sul giornale on line VALLEDEILAGHI.IT

Spedizione per analizzare variazioni del microbiota umano – Nepal

Creato: 10 Novembre 2018

Studi sul corpo umano in alta quota.

NEPAL – Mercoledì 07 novembre  2018 la spedizione guidata da Marco Benedetti, figlio di Renzo Benedetti noto alpinista scomparso assieme a Marco Pojer proprio in Nepal tre anni or sono in seguito al terremoto che aveva devastato la regione himalayana è rientrata a Trento. Il team è costituito da altri sei alpinisti trentini: Massimo Benedetti di Segonzano, fratello di Renzo, la moglie di Massimo Romina FontanariPaolo Zanol di Capriana, Renzo Eccher di Tesero, Francesco Coelli di Valcava ed il Dott. Giorgio Martini di Cembra. Il trekking era finalizzato a testare una miscela proteica sviluppata e prodotta da una ditta di Bolzano, la Lyopharm, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, con la consulenza del Dott. Carlo Pedrolli, dirigente dell’U.O.S. di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. Il lavoro scientifico è stato impostato per analizzare le variazioni del microbiota umano in quota in relazione all’assunzione delle proteine. Il corpo umano, infatti, se sottoposto a stress ed a fatica prolungata specialmente alle alte quote può andare incontro ad una deplezione proteicaa livello muscolare. Ecco pertanto che una miscela proteica potrebbe contrastare tali effetti di indebolimento fisico.La squadra ha percorso a piedi il circuito dell’Annapurna, cercando di raggiungere la cima del Chulu West posta a 6419 m. Una volta raggiunto l’High Camp a 5600 m, la spedizione si è consultata con gli sherpa, i quali hanno riferito che ci sarebbero volute undici ore per arrivare in vetta ed altre cinque per rientrare all’High Camp, in seguito alla presenza di numerosi crepacci, costringendo gli alpinisti a lavorare con doppia picozza sul ghiaccio. Una spedizione di giapponesi aveva tentato di fare altri 2 campi in quota, uno prima ed uno dopo l’High Camp, ma è tornata indietro. A questo punto ci si è resi conto che un solo componente del team grazie alla sua esperienza alpinistica e resistenza fisica sarebbe riuscito ad arrivare ai 6400 m e così infatti è stato. Si tratta di Massimo Benedetti che ha raggiunto la vetta in sette ore ed è riuscito ad arrivare alla base in meno di cinque ore. Si stanno ora aspettando i risultati delle analisi in corso nei laboratori e dei rilievi bioimpedenziometrici effettuati sui componenti della spedizione. Si spera in tal modo di poter dare un contributo scientifico nell’ambito della Medicina di Montagna.

 

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Questa voce è stata pubblicata il 11 Novembre 2018 da in ARTICOLI PUBBLICATI.